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La storia

La storia

ll comune di Pino Torinese, dove ha la sede l’agriturismo Cascina Ormea, si trova su di una collina tra i 500 e i 630 metri sul livello del mare, tra i comuni di Torino e Chieri. Pino Torinese domina le valli di Mongreno e Reaglie verso il fiume Po e le valli di Castelvecchio, Maiolo, San Michele, Balbiana, Miglioretti, Ceppi e San Nazario, situate verso Chieri.
Il comune, soprannominato il “paese delle stelle”, sorge esattamente tra il colle di Montosolo e un colle denominato “della Torre rotonda”, sede dell’osservatorio astronomico, sul quale anticamente si ergeva un castello medievale, del quale sono rimasti alcuni resti di una torre.
Il territorio del comune di Pino Torinese è piuttosto povero d’acqua, tranne per alcuni torrenti stagionali, tra i quali va citato il Tepice. L’approvvigionamento idrico per il comune è sempre stato un problema, risolto solo nel 1954 con la costruzione di un acquedotto riservato alla collina. Dal 1991 parte del territorio boschivo del comune è stato inserito nel Parco naturale della Collina di Superga.
Gli albori: Già in epoca romana gli abitanti di Chieri, che allora si chiamava Carrea Potentia, edificarono un acquedotto per rifornire la città, del quale ci sono giunti pochissimi reperti.
Grazie al ritrovamento di alcune lapidi funebri, si è ipotizzato che, tra il III ed il IV secolo d.C., una Gens Pollia abbia abbandonato il territorio di Chieri per stabilirsi a Pino, fondando quello che sarebbe stato il più antico nucleo cittadino, Mons Surdus, dal quale sarebbe poi derivato Montesordo, poi Montesolo. Il crollo dell’impero romano spinse gli abitanti della zona ad abbandonarla e nel luogo di Pino Torinese non si trovano testimonianze fino al IX secolo, quando Ottone III impose il dominio del vescovo di Torino su tutta la zona del Chierese. Si fa riferimento alla presenza a Montosolo di una cappella dedicata a San Silvestro curata dai monaci di Nonantola (996).  Nel 1034 i monaci lasciarono Montosolo cedendo la proprietà ai conti di Biandrate, i quali a loro volta la vendettero al monastero di Cavour. Nel 1091 la morte della contessa Adelaide di Susa creò una situazione difficile, per cui il vescovo di Torino ne approfittò per proclamare il sito signoria vescovile, anche perché il luogo era divenuto di importanza strategica, essendo situato tra Torino e Chieri. Al posto della cappella di Nonantola, ormai in rovina, venne costruita la cappella di San Giorgio al Pinallo, sotto la protezione di Santa Maria di Chieri.